giovedì 8 agosto 2013

Casette dell’acqua a Legnano ... la botte piena e la moglie ubriaca ...

di Giuseppe Marazzini
08.08.2013

E’ datato 6 agosto 2013 l’avviso di gara andata deserta comparso sull’albo pretorio del comune, che decreta in sostanza che, per adesso, Legnano non avrà ancora le sue casette pubbliche dell’acqua.
Ci si aspettava che, finalmente, fossero installate in autunno, ma, purtroppo, per ora tutto resta un sogno di mezza estate! I legnanesi dovranno continuare a migrare nei comuni vicini (ora anche San Giorgio) per poter avere l’acqua pubblica refrigerata e anche gassata. Ma perché una gara pubblica, che in sostanza avrebbe portato un po’ di lavoro a qualche azienda del settore, è andata deserta? Perché gli altri comuni che si sono dotati di casette dell’acqua non hanno sicuramente avuto tutti questo tipo di problemi?

Nella notizia in merito, comparsa oggi su Legnanonews, si fa cenno che “Forse a causa dell'attuale congiuntura economica, alla gara, svoltasi lo scorso mese di luglio, ha partecipato una sola ditta, successivamente esclusa, per non poter presentare tutti i criteri richiesti”.

Leggendo la delibera di giunta e, soprattutto, tutti gli allegati tecnici, in particolare l’allegato C, emessi in data 27 maggio 2013, ci si rende conto invece di come tutta una serie di richieste, atte a scaricare dall’amministrazione qualsiasi spesa possibile, possa aver mandato a monte una gara che avrebbe dovuto essere senza problemi e senza alcun ostacolo.

Sicuramente i comuni limitrofi, che si sono dotati delle casette dell’acqua, non hanno complicato così le cose e, accollandosi qualche onere, hanno facilitato l’installazione e fornito un servizio pubblico importante in tempi rapidi.

Ma a Legnano le cose semplici bisogna renderle per forza difficili e, pensando di volere la botte piena e la moglie ubriaca (d’acqua in questo caso), si è riusciti invece a far rimanere a secco ancora una volta la cittadinanza: che tristezza!!

 
Casa dell’acqua, il bando va deserto.
La giunta puntava a una realizzazione "a costo zero", Ora i piani dovranno essere rivisti

LEGNANO - Dovevano essere realizzate almeno tre "casette dell'acqua", una in ogni quartiere. Ma per la giunta di Palazzo Malinverni è arrivata, è il caso di dirlo, un'altra doccia fredda. La gara (a procedura aperta e con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) è andata infatti deserta. O meglio: al 23 luglio, ultimo giorno per presentare le offerte, aveva partecipato una sola ditta, successivamente esclusa durante la seduta conclusiva dell'apposita commissione comunale avvenuta pochi giorni fa. E adesso tutto è da rifare. La cosa è però piuttosto clamorosa perché diversi Comuni della zona hanno già realizzato senza problemi sul proprio territorio impianti del genere dove i cittadini residenti possono prelevare gratuitamente quantitativi di acqua (liscia, gassata o leggermente frizzante) da portare in tavola. A Parabiago, per esempio, l'impianto è stato realizzato da Ianomi e funziona con il Comune che partecipa con una piccola quota di spese. A Legnano, invece, il fatto di aver voluto impostare l'operazione "a costo zero" per le casse municipali ha forse giocato in modo negativo. Alla giunta fare ora le opportune valutazioni e magari riemettere il bando a settembre con le dovute correzioni. 

Come si ricorderà, era stato il consigliere comunale della Sinistra legnanese, Giuseppe Marazzini a presentare già durante la scorsa legislatura un ordine del giorno che impegnava l'amministrazione a procedere all'intervento. La maggioranza di centrodestra aveva però respinto la proposta pur dicendosi disponibile ad effettuare verifiche sulla fattibilità dell'opera. Marazzini nel corso del 2012 ha quindi riproposto il testo al nuovo consiglio comunale e stavolta la maggioranza di centrosinistra l'ha appoggiato. La giunta guidata dal sindaco Centinaio nei mesi scorsi aveva quindi proceduto a una serie di verifiche e deciso di procedere con un bando appunto a costo zero (la gara prevedeva la concessione del servizio al soggetto che avesse ottenuto il punteggio migliore in base a una serie di parametri). L'idea era di garantire a tutti i cittadini residenti due litri gratuiti al giorno tramite inserimento in un apposito lettore della Carta regionale dei servizi. Le quantità oltre questa soglia avrebbero dovuto essere pagate dagli utenti in base alle tariffe stabilite del gestore (si parlava di circa 5 centesimi al litro con un risparmio comunque notevole rispetto ai prezzi di negozi e supermercati). Anche i residenti fuori Legnano avrebbero inoltre potuto riempire le loro bottiglie pagando il prezzo pieno e senza litri in omaggio. 

I vantaggi dell'operazione gli stessi che negli altri Comuni che hanno già realizzato impianti del genere: garantire acqua buona a tutti a un prezzo calmierato e all'insegna del risparmio ambientale visto che si punta a una sensibile riduzione delle quantità di bottiglie di plastica in circolazione e quindi da smaltire. Per il gestore l'operazione avrebbe dovuto, sulla carta, essere altrettanto conveniente: il rientro dai costi di realizzazione e manutenzione doveva essere garantito dalle quote di acqua vendute (acqua senza alcun trattamento chimico e la stessa che scende dai rubinetti di casa se non con alcuni piccoli ma importanti accorgimenti). Evidentemente i conti li aveva però fatti solo il Comune, perché i privati non si sono visti.
Luca Nazari
La Prealpina – 09/08/2013  pag28

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